Mi
risvegliai al suono dell'orologio a molla che ticchettava
sonoramente sulla
cassettiera blu.
Avevo sei anni, ed era il giorno del mio compleanno.
Lasciai
che il mio pigiama cadesse per terra e lo calciai sotto al letto, poi corsi giù
per le scale con addosso solo le mutande di Lone Ranger.
Era il mio compleanno!
Nel giro di poche ore, i miei amici sarebbero arrivati con i regali e ci
sarebbero stati la torta, il gelato e molto divertimento!
Dopo che tutte le
decorazioni del party erano state staccate
e tutti se ne erano andati, giocai
distrattamente
con i miei nuovi giocattoli.
Ero annoiato, stanco e mi faceva
male la pancia.
Chiusi gli occhi e scivolai nel sonno.
Vidi
ogni giorno passare come il successivo: scuola per una
settimana, poi il fine
settimana, la scuola, il fine settimana, l'estate, l'autunno,
l'inverno e la
primavera.
Passarono gli anni e dopo non molto ero uno dei migliori ginnasti
delle superiori a Los Angeles.
In palestra, la vita era eccitante; al di fuori
di essa,
una generale delusione.
Un giorno, l'allenatore Harold Frey mi chiamò
da Berkeley, in California, e mi offrì una borsa di studio per l'università!
Non
vedevo l'ora di andare sulla costa per una nuova vita.
Litigai con la mia
ragazza per questo, e alla fine ci lasciammo.
Mi sentii male, ma mi consolai
con i miei progetti universitari.
Presto, ne ero certo, la vita sarebbe
realmente cominciata!
Gli anni universitari volarono, ricchi di vittorie
ginniche.
Sposai la mia nuova compagna Susie.
Ero così occupato con gli
allenamenti, che non avevo
molto tempo ed energia per la mia nuova moglie.
Alla
fine, partecipai alle Olimpiadi, ma le mie esecuzioni non
furono pari alle mie
aspettative.
Ritornai a casa e scivolai in un relativo anonimato.
Nacque mia
figlia, e cominciai a sentire responsabilità
e pressioni che crescevano.
Trovai
un impiego, venditore di assicurazioni sulla vita,
che mi prendeva la maggior
parte dei giorni e delle notti.
Non avevo mai tempo per la mia famiglia.
Nel
giro di un anno, Susie ed io eravamo separati;
alla fine ottenne il divorzio.
Di nuovo da capo, riflettei tristemente.
Un giorno, mi guardai allo specchio e
realizzai che erano passati quaranta anni dalle mie Olimpiadi.
Dov'era andata
la mia vita?
Con l'aiuto dello psichiatra, avevo superato il mio problema con
l'alcol; e avevo avuto denaro, case e donne.
Ma ora non avevo nessuno.
Ero
solo.
Giacevo a letto, era notte fonda, e mi chiedevo dove fosse mia figlia;
erano passati anni dall'ultima volta che l'avevo vista.
Mi interrogai su Susie
e sui miei amici dei bei giorni passati.
Ora trascorrevo le giornate seduto
sulla mia sedia a dondolo preferita, sorseggiando vino, guardando la tv e
pensando ai vecchi tempi.
Osservavo i bambini che giocavano di fronte alla mia
casa.
Era stata una buona vita, supponevo.
Avevo ottenuto tutto ciò che avevo
rincorso; allora,
perchè non ero felice? Sedevo solo.
Ero stato solo per tutta
la vita, sembrava.
Appoggiai la schiena alla mia sedia a dondolo e respirai,
e
poi urlai mentalmente e amaramente.
"Dio, dannazione! Perchè il mio
matrimonio è andato a rotoli?
Come avrei potuto fare andare le cose
diversamente?
In che modo avrei potuto realmente vivere?"
Improvvisamente
provai una terribile e divorante paura,
la peggiore della mia vita.
Era mai
possibile che avessi mancato qualcosa di molto importante, qualcosa di
trascendentale, qualcosa che avrebbe
fatto davvero una reale differenza?
"No, impossibile", mi rassicurai.
Enumerai ad alta voce tutti i miei
raggiungimenti,
ma la paura persisteva.
Mi alzai lentamente, guardai in basso
la città dal
portico della mia casa sulla collina e mi meravigliai:
dov'è
andata la vita?
Che senso ha tutto questo?
Le mie nocche sbiancarono mentre mi
afferravo
alla ringhiera tremando. Poi il mio corpo diventò di ghiaccio.
Ricaddi sulla sedia, la testa mi cadde in avanti,
il cuore era in silenzio.
Comparvero luci che non
avevo mai visto prima, e suoni che non avevo mai udito.
Le visioni fluttuavano.
Alla fine, tutte le visioni ed i suoni divennero un
punto di luce,
poi svanirono.
Avevo
trovato la sola pace che avessi mai conosciuto.
Tratto
dal libro “La Via del Guerriero di Pace”
di Dan Millman