giovedì 26 maggio 2016

L'importanza di perdersi per ritrovarsi...



Pensavo di aver trovato un’Anima con cui poter condividere una parte della mia vita, ma probabilmente è stato solo l’ennesimo desiderio di avere qualcuno accanto.
Ed ecco che vedo nuovamente uscire in me lacrime di sofferenza.
Pazienza…
Quello che più mi rimprovero è essermi “dimenticata” di me, ho passato mesi senza lavorare su di me, senza ascoltarmi, senza parlarmi, senza Pregare. Ho messo da parte tutto, la mia Crescita, la mia Anima... per seguire un desiderio totalmente lontano dai programmi dell’universo e questo non va bene. 
Ora voglio riprendere in mano la mia Vita, i miei obbiettivi, voglio tornare ad ascoltarmi, a Crescere e seguire la mia Anima… 

Una delle cose che più mi dispiace è che quando l’Anima ama, ci mette veramente tutta se stessa fino ad arrivare allo stremo, per cui quando soffre il dolore che le viene provocato è profondamente immenso. 

Lame di dolore che trafiggono come spine nel cuore... No, questo non lo permetto! Il dolore non avrà mai il sopravvento su di me.

E’ andata come doveva andare. Che lui vada nell’Amore lungo la sua Strada, nella sua direzione. 
Va bene così.
Queste situazioni così dolorose aiutano molto a comprendere concretamente quello che generalmente conosci solo a parole.
La nostra felicità siamo noi e nessun altro.
Lezione imparata!

In fin dei conti, tutto è scuola e fonte di insegnamento… 
A volte è importante perdersi per comprendere l'importanza di ritrovarsi... 

Grazie A. per avermi fatto dono di questa meravigliosa lezione! Svanisce il mio sogno di costruire un nido con te.
Ti amo e ti amerò sempre! (ma forse sarebbe più corretto dire: mi amo e mi amerò sempre poichè solo così potrò amare anche te!).

martedì 3 maggio 2016

"La Via del Guerriero di Pace"

Mi risvegliai al suono dell'orologio a molla che ticchettava 
sonoramente sulla cassettiera blu. 
Avevo sei anni, ed era il giorno del mio compleanno. 
Lasciai che il mio pigiama cadesse per terra e lo calciai sotto al letto, poi corsi giù per le scale con addosso solo le mutande di Lone Ranger. 
Era il mio compleanno! 
Nel giro di poche ore, i miei amici sarebbero arrivati con i regali e ci sarebbero stati la torta, il gelato e molto divertimento! 
Dopo che tutte le decorazioni del party erano state staccate 
e tutti se ne erano andati, giocai distrattamente 
con i miei nuovi giocattoli. 
Ero annoiato, stanco e mi faceva male la pancia. 
Chiusi gli occhi e scivolai nel sonno.
Vidi ogni giorno passare come il successivo: scuola per una 
settimana, poi il fine settimana, la scuola, il fine settimana, l'estate, l'autunno, 
l'inverno e la primavera. 
Passarono gli anni e dopo non molto ero uno dei migliori ginnasti delle superiori a Los Angeles. 
In palestra, la vita era eccitante; al di fuori di essa, 
una generale delusione. 
Un giorno, l'allenatore Harold Frey mi chiamò da Berkeley, in California, e mi offrì una borsa di studio per l'università! 
Non vedevo l'ora di andare sulla costa per una nuova vita. 
Litigai con la mia ragazza per questo, e alla fine ci lasciammo. 
Mi sentii male, ma mi consolai con i miei progetti universitari. 
Presto, ne ero certo, la vita sarebbe realmente cominciata! 
Gli anni universitari volarono, ricchi di vittorie ginniche. 
Sposai la mia nuova compagna Susie. 
Ero così occupato con gli allenamenti, che non avevo 
molto tempo ed energia per la mia nuova moglie. 
Alla fine, partecipai alle Olimpiadi, ma le mie esecuzioni non 
furono pari alle mie aspettative. 
Ritornai a casa e scivolai in un relativo anonimato. 
Nacque mia figlia, e cominciai a sentire responsabilità 
e pressioni che crescevano. 
Trovai un impiego, venditore di assicurazioni sulla vita, 
che mi prendeva la maggior parte dei giorni e delle notti. 
Non avevo mai tempo per la mia famiglia. 
Nel giro di un anno, Susie ed io eravamo separati; 
alla fine ottenne il divorzio. 
Di nuovo da capo, riflettei tristemente. 
Un giorno, mi guardai allo specchio e realizzai che erano passati quaranta anni dalle mie Olimpiadi. 
Dov'era andata la mia vita? 
Con l'aiuto dello psichiatra, avevo superato il mio problema con l'alcol; e avevo avuto denaro, case e donne. 
Ma ora non avevo nessuno. 
Ero solo. 
Giacevo a letto, era notte fonda, e mi chiedevo dove fosse mia figlia; 
erano passati anni dall'ultima volta che l'avevo vista. 
Mi interrogai su Susie e sui miei amici dei bei giorni passati. 
Ora trascorrevo le giornate seduto sulla mia sedia a dondolo preferita, sorseggiando vino, guardando la tv e pensando ai vecchi tempi. 
Osservavo i bambini che giocavano di fronte alla mia casa. 
Era stata una buona vita, supponevo. 
Avevo ottenuto tutto ciò che avevo rincorso; allora, 
perchè non ero felice? Sedevo solo. 
Ero stato solo per tutta la vita, sembrava. 
Appoggiai la schiena alla mia sedia a dondolo e respirai, 
e poi urlai mentalmente e amaramente. 
"Dio, dannazione! Perchè il mio matrimonio è andato a rotoli? 
Come avrei potuto fare andare le cose diversamente? 
In che modo avrei potuto realmente vivere?" 
Improvvisamente provai una terribile e divorante paura, 
la peggiore della mia vita. 
Era mai possibile che avessi mancato qualcosa di molto importante, qualcosa di trascendentale, qualcosa che avrebbe 
fatto davvero una reale differenza? 
"No, impossibile", mi rassicurai. 
Enumerai ad alta voce tutti i miei raggiungimenti, 
ma la paura persisteva. 
Mi alzai lentamente, guardai in basso la città dal 
portico della mia casa sulla collina e mi meravigliai: 
dov'è andata la vita? 
Che senso ha tutto questo? 
Le mie nocche sbiancarono mentre mi afferravo 
alla ringhiera tremando. Poi il mio corpo diventò di ghiaccio. 
Ricaddi sulla sedia, la testa mi cadde in avanti, 
il cuore era in silenzio. Comparvero luci che non 
avevo mai visto prima, e suoni che non avevo mai udito. 
Le visioni fluttuavano. 
Alla fine, tutte le visioni ed i suoni divennero un punto di luce, 
poi svanirono.
Avevo trovato la sola pace che avessi mai conosciuto.


Tratto dal libro “La Via del Guerriero di Pace” 
di Dan Millman